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La volontà appartiene al quotidiano. Entusiasmo e tenacia sono propri dei grandi eventi
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- Pubblicato Venerdì, 31 Gennaio 2014 15:07
14 febbraio 2014: trentesimo anniversario dell’approvazione del Progetto Spinelli da parte del Parlamento europeo.
Un politico italiano, uno dei padri dell’Unione europea. Quante cose sono cambiate da quando quell’affascinante idea di amore e pace infiammava i cuori ed esaltava gli animi. Oggi quel fuoco, carico di energia, si sta affievolendo; al suo posto occhi incerti che guardano al nulla.
Il 14 febbraio 1984 il Parlamento europeo adottò la proposta di Spinelli a stragrande maggioranza e approvò il “Progetto di Trattato istitutivo dell’Unione europea”, il cosiddetto “Piano Spinelli”.
I Parlamenti nazionali non ratificarono il Trattato, ma il documento costituì la base per l’Atto unico europeo del 1986, che aprì i confini nazionali al mercato comune, mentre fu rampa di lancio al Trattato di Maastricht che, nel 1992 diede vita all’Unione
europea.
L’entusiasmo di Spinelli indusse il Presidente francese Mitterrand a rinunciare all’atteggiamento di ostilità nei confronti di qualsiasi approccio verso l’Europa che non fosse quello intergovernativo e ciò, in molti governi europei, fornì la spinta per far progredire ulteriormente il processo di integrazione.
Anche se non tutte le sue aspirazioni virtuose si siano poi trasformate in realtà tangibili, il “federalista instancabile” ha perseguito sempre, in modo affabilmente caparbio, l’obiettivo che vedeva l’instaurazione di un governo europeo, sovranazionale, con il fine ultimo di evitare altre guerre e unire i paesi del continente nel sogno di un’Europa unita.
Il 14 febbraio 2014 saranno trascorsi 30
anni dall’approvazione del Progetto Spinelli e l’anniversario verrà ricordato a Roma, con un evento pianificato nell’auletta dei gruppi della Camera in cui, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, interverrà con l’invio di un messaggio celebrativo.
“Nella battaglia per l’unità europea è stata ed è tuttora necessaria una concentrazione di pensiero e di volontà per cogliere le occasioni favorevoli quando si presentano, per affrontare le disfatte quando
arrivano, per decidere di continuare quando è necessario”.
Queste le parole del padre fondatore nel 1960.
Erano i tempi della fine della seconda guerra mondiale e la necessità di stabilire giusti equilibri e nuovi rapporti, raggiungere pace e stabilità durature erano ambizioni palpabili.
Ora, per uno stupido scherzo del destino, quel tempo è tornato e l’unica differenza che diversifica i tempi è che mentre ieri, sullo sfondo della storia si consumava il conflitto mondiale, oggi, l’aspro confronto, si gioca all’arma bianca e su un terreno nuovo: quello economico-finanziario.